Le 3 curiosità sul Duomo

1) L’Osso di balena
Se ti trovi nel bel mezzo di Piazza Grande, proprio di fronte alla Porta Regia, alza lo sguardo e, dietro alla statua di San Geminiano, potrai scorgere un “osso di drago” dalla forma ricurva.
Sembra sia stato ritrovato duranti gli scavi per la costruzione del Duomo e dato che l’uomo del tempo non aveva alcuna idea che la Pianura Padana fosse in passato una zona di mare, pensò che provenisse da un drago e per questo lo espose a protezione dell’edificio dalle insidie del demonio, proprio a fianco la statuetta del Santo Patrono.

Oggi, sappiamo che quel reperto altro non è che un osso di balena, un fossile i cui ritrovamenti sono stati relativamente frequenti nelle nostre zone.


Le Ammoniti
L’osso di balena non è l’unico fossile che si può ritrovare guardando il Duomo di Modena! Pensa che pietre fossilifere sono presenti in grande quantità anche nei marmi usati per la sua architettura.
Il marmo rosso è, infatti, ricco di ammoniti fossili, e all’interno degli stessi gradini della Porta Regia potrai scorgerne diversi esemplari anche di discrete dimensioni. Incredibile!
Le ammoniti erano dei molluschi cefalopodi estintisi alla fine del Cretaceo, circa 65 milioni di anni fa. Vivevano in ambiente marino ed erano caratterizzati da una conchiglia a forma di spirale, una specie di chiocciola in sostanza, da cui hanno preso il nome.


I Bassorilievi di Re Artù
Le scene ritratte nel bassorilievo della Porta della Pescheria che raccontano le vicende di Re Artù rimangono a tutt’oggi un mistero affascinante non tanto per i soggetti rappresentati, quanto piuttosto per la cronologia in cui sono state realizzate le opere.
Raffigurazioni di re Artù si trovano, infatti, in diverse chiese ma quelle che possiamo ammirare sul Duomo di Modena sono le più antiche mai eseguite in Italia poiché risalgono agli inizi XII secolo.
Quello che oggi non si riesce ancora a spiegare con certezza è, quindi, come è stato possibile che Goffredo di Monmouth scrivesse l'Historia Regum Brittaniae solo vent'anni dopo (nel 1138).
L’ipotesi più accreditata, allora, è che le leggende di Re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda fossero state in primis tramandate oralmente dai pellegrini di passaggio diretti dal nord Europa verso Roma.
Ecco perché ce le ritroviamo narrate sul nostro Duomo.

Misteri e leggende suscitano in noi sempre un grande fascino, non è vero?
Se vuoi scoprire 5 leggende che forse non conosci che si narrano tra Modena e provincia ti segnaliamo anche un altro articolo che puoi trovare a questo link
Leggere di queste tradizioni ci dà modo di calarci maggiormente nel luogo che visitiamo, per questo diffonderle e farle conoscere è per noi molto importante.
Bene, ora non ci resta che aspettarti a Modena! Ti attendono davvero cose incredibili da scoprire ;)

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