Sì, perché devi sapere che tutti i canali della città, sia quelli delle acque torbide, provenienti dai fiumi Secchia e Panaro, sia quelli delle acque chiare, alimentate dalle risorgive, un tempo confluivano nella “casa delle acque”, il Naviglio che si trovava in Piazza Roma ed era navigabile fino al Po.
Qui i Duchi Estensi fecero costruire nel ‘200 la loro fortezza, antico castello, diventato poi a partire dal 1636 il Palazzo Ducale barocco che oggi possiamo ammirare, ed è da qui che parte il nostro itinerario.
Se hai di fronte il Palazzo e rivolgi lo sguardo a sinistra, puoi scorgere in basso, addossata alle case la Fonte d’Abisso, una fontana da cui sgorgava acqua di sorgente, purissima e cristallina. La fonte prende il nome dal Canale d’Abisso, che attraversava tutta la città entrando da via Saragozza e confluendo nel Canale della Cerca, sotto Palazzo Ducale.
In Piazza della Pomposa si trova, invece, il Fonticolo dell’Oste, una fontana conosciuta per una leggenda il cui protagonista è Telesforo Fini accusato da modenesi forse un po’ invidiosi di annacquare il Lambrusco con l’acqua. Sulla lapide collocata sopra la fontana potrai leggere la sua risposta
Visto il profondo legame di Modena con l’acqua, sono tantissime le fontane presenti in centro città. In Largo San Giacomo si trova una delle fontane di bronzo realizzate da Giuseppe Graziosi, così come di fronte alla Chiesa di San Francesco, all’interno del Mercato Albinelli, in Piazza XX Settembre e in Largo Garibaldi in cui si erge la Fontana dei 2 fiumi, una delle più significative, che raffigura Secchia e Panaro e che è stata costruita in occasione dell’inaugurazione dell’acquedotto cittadino nel 1938.