Quando il mare bagnava Modena

Quando il mare bagnava Modena

Modena, fondata su numerosi canali, ospita una rete idrica di oltre 700 km, con 20 km di cloache nel solo centro storico. Nel corso dei secoli, la presenza dell’acqua ha plasmato la vita cittadina influenzandone lo sviluppo economico e sociale. La copertura dei canali è iniziata nel XV secolo, mantenendo scoperti i tratti utilizzati per attività economiche e come fonte di energia idraulica. Nella sala è esposta la Pianta della Città di Modena realizzata nel 1684 da Giovanni Battista Boccabadati, che fornisce una dettagliata raffigurazione dei canali e degli scoli sotterranei della città.

NAVIGLIO

L’importanza della navigazione in una città ricca di acque come Modena è documentata dagli Statuti dell’Arte dei Paroni , navigatori fluviali. Il Naviglio era il canale navigabile, scavato artificialmente, che permetteva il collegamento tra la città e il Po e verso il Mare Adriatico. La confluenza del Canale Cerca e del canal Chiaro, nell’angolo sud occidentale del palazzo Ducale segna l’origine di questo canale. Fuori porta Albareto, ora oggi è calle Bondesano, si trovava il porto di Modena, ove erano ancorati i barconi mercantili e le barche e battelli per il trasbordo dei passeggeri dalle grandi imbarcazioni sulla terraferma. La navigazione fluviale rimase attiva sino agli inizi del 900.

DARSENA

Il duca Francesco I fa realizzare la Darsena, porto interno alla città che doveva favorire lo sviluppo commerciale della nuova capitale del Ducato Estense, che entrò in funzione verso la metà del 1600. Le sponde del canale e del porto erano ornate da fastosi parapetti di marmo decorati, detti murazzoli. Nel 1667 per incrementare l’attività del porto viene costruito lo sbarco delle robe, un sistema di piani inclinati verso il pelo dell’acqua che permetteva ai carri il carico e lo scarico. Il Naviglio e il porto interno alla città furono voltati e trasformati nell’ampio viale dedicato al primo re d’Italia Vittorio Emanuele II nel 1859.

CANALE MODONELLA

Il canale Modonella è uno dei più antichi della città e nasce dalle acque sorgive affioranti nella zona a sud della città, denominata nelle antiche carte “paduli” o palude, corrispondente all’attuale area del quartiere San Faustino. Il canale entrava in città dopo avere varcato le mura presso via Selmi e attraversava il convento delle monache di san Paolo, univa poi le sue acque a quelle del canal Chiaro per confluire nel Naviglio. Le sue acque chiare erano usate dalle lavandaie.

FONTANE

L’acquedotto cittadino fu realizzato solo negli anni Trenta del Novecento. L’acqua potabile veniva ottenuta dai pozzi detti artesiani, scavati mediante trivellazioni del suolo. Lo stemma della città riporta due trivelle incrociate come riconoscimento di questa antica arte. All’interno dei cortili e nelle abitazioni private i pozzi erano numerosissimi e alimentavano anche le fontane poste lungo le vie pubbliche. Gli statuti, regolamenti urbani, prescrivevano che si verificasse periodicamente l’efficienza dei pozzi.

VITA SUI CANALI

L’acqua ha rappresentato una preziosa risorsa per la città, fin dalla sua fondazione in epoca romana. La forza motrice dell’acqua alimentava numerosi mulini, di proprietà ducale, ecclesiastica della comunità, posti entro le mura della città e nel territorio. Le acque dei canali muovevano anche gli impianti dei filatoi e per la lavorazione della carta. Lungo i canali di acque sorgive le lavandaie lavavano i panni, che venivano stesi nei prati fuori le mura. Le acque chiare vennero utilizzate anche per creare vasti bacini utilizzati come piscina; a Modena il primo stabilimento balneario venne realizzato nel 1881, e si trovava a sud dell’attuale viale Carlo Sigonio.

GLI ESTENSI E LE ACQUE

Le vie d'acqua rivestivano un’assoluta centralità nei domini estensi, che dal Duecento fino al 1598 comprendevano anche l'area del Delta padano e le Valli di Comacchio. La Casa d’Este governava un territorio in larga parte paludoso, che necessitava di importanti bonifiche; grandi lavori vennero avviati nel Quattrocento, al fine di migliorare le condizioni di vita della popolazione, soprattutto sul piano igienico-sanitario, e di promuovere lo sviluppo dell'agricoltura. Bonifiche idrauliche vennero promosse ad inizio Cinquecento dal duca Alfonso I d’Este e dalla stessa Lucrezia Borgia, anche se le maggiori opere vennero portate a compimento nella seconda metà del secolo con il duca Alfonso II. Gli Estensi dovettero la loro importanza politica all'ubicazione strategica dei loro territori, limitrofi alla Serenissima Repubblica di Venezia e posti al centro delle valli padane, a dominio delle principali vie di comunicazione che dal nord conducevano a Roma. I duchi d'Este nei loro viaggi diplomatici a Milano, Mantova e Venezia si spostavano abitualmente lungo i diversi rami del Po utilizzando il loro magnifico Bucintoro, grande vascello intarsiato e rivestito di oro e d’azzurro, colori della casata.

I CANALI OGGI

L’aspetto di Modena nei secoli passati era assai diverso, poiché i canali urbani scorrevano a cielo aperto lungo le strade pubbliche. A partire dal XVIII secolo venero interrati e i nomi delle strade, ancora oggi, restituiscono la loro invisibile presenza. Canal Chiaro, Canal Grande, via della Cerca, Fonte d’Abisso, Fonte Raso, Modonella e molti altri ancora.

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