Complesso e Chiesa di San Paolo
Le origini della chiesa risalgono al 1192 e la sua struttura tardo-romanica è ancora visibile nella struttura interna a tre navate ed esternamente lungo il fianco settentrionale. Nel 1486 l’edificio fu concesso alle suore di Nostra Signora della Misericordia che avviarono i lavori per ampliare i locali del loro monastero. Nel 1603 furono demolite le absidi e l'edificio fu decurtato di una intera campata, per far posto alla chiesa interna, eretta da Raffaele Rinaldi detto “il Menia” e utilizzata esclusivamente dalle monache di clausura. Nel 1653 le monache fecero ristrutturare la chiesa esterna, aperta alla città, affidandone il progetto all’architetto Cristoforo Malagola detto il Galaverna.
La chiesa venne soppressa come parrocchia nel 1774 e chiusa al culto nel 1798 da Napoleone che utilizzò il monastero come caserma. L'edificio venne poi destinato a deposito di legname fino al 1816, quando venne riaperto al culto per volontà del duca Francesco IV d'Austria-Este, mentre nel convento venne inaugurato un Educandato per fanciulle non abbienti, sotto la protezione della duchessa Maria Beatrice Vittoria di Savoia, consorte del duca Francesco IV d'Austria-Este. Questo si trasformò poi nel 1859 in Istituto Provinciale di San Paolo. Nel 1890 per rettificare la via, venne demolita e ricostruita la facciata della chiesa per allinearla agli altri edifici Il recente restauro dell’intero complesso, coordinato dal Comune di Modena ha consentito di restituire alla città spazi di notevole pregio storico e architettonico. La chiesa è sconsacrata.
Nell'ala ovest compresa tra Via Selmi e il Giardino delle Caselle, seimila metri quadrati ospitano l'asilo nido San Paolo e la scuola d'infanzia Boschi e, con accesso da via F.Selmi 81, la sede distaccata dell'Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi Tonelli, destinata al Progetto di alta formazione lirica Modena Città del Bel Canto, che comprende anche l'auditorium Nicolaj Ghiaurov.
Gli spazi che si sviluppano intorno al Cortile del Leccio, nell’ala est del complesso, sono riservati alla Biblioteca della Facoltà di Giurisprudenza e il Centro di Documentazione e Ricerche sull'Unione Europea. La chiesa interna, dove il recente restauro ha riportato in luce un importante ciclo decorativo degli inizi del Seicento attribuito a Giovanni Battista Codebue e attualmente in corso di studio, è oggi, insieme alla chiesa esterna, uno spazio multifunzionale destinato ad iniziative culturali di carattere temporaneo.