Chiesa di San Vincenzo
Proprietà: Parrocchia di San Biagio (Modena)
Su iniziativa di Casa d'Este, nel 1614 venne assegnata all'Ordine dei Teatini l'area su cui sarebbe sorta la Chiesa di San Vincenzo, realizzata su progetto dell'architetto di corte Bartolomeo Avanzini, con contributi di Gaspare Vigarani e di Guarino Guarini.
Nell'ambizioso intento di realizzare il più importante edificio sacro dei Seicento modenese, i Teatini si rivolsero ad architetti e scultori che esercitavano la loro attività per gli Estensi, in particolare per i due nuovi edifici che Francesco I d'Este stava facendo costruire: il Palazzo Ducale di Modena e la delizia di Sassuolo.
La planimetria della chiesa con le cappelle, destinate ai padri Teatini per la celebrazione simultanea della Santa Messa, disposte ai lati di un'unica grande navata a sviluppo longitudinale, segue l'impianto di S.Andrea della Valle a Roma, la chiesa madre dell'Ordine Teatino.
La navata, la cupola, i transetti e l'abside erano decorati da affreschi senza soluzione di continuità. A causa del bombardamento che il 13 maggio 1944 distrusse il presbiterio e il coro, sono andati perduti in buona parte gli affreschi dell'abside e quelli della cupola che nel 1671 erano stati commissionati a Sigismondo Caula. Nella parte centrale della cupola era raffigurata la gloria di S.Vincenzo condotto in volo da Angeli verso la Trinità e nei pennacchi le virtù dell'Ordine Teatino. Gli interventi di pulitura delle superfici affrescate della volta e delle pareti hanno dato nuova luminosità al magnifico complesso ornamentale dell'ampia navata centrale.
La decorazione delle pareti è divisa in due ampie fasce orizzontali da un cornicione di stucco in forte aggetto progettato dall'Avanzini. I decori in stucco sono avvicinabili all'apparato plastico dell'Appartamento stuccato nel Palazzo Ducale di Sassuolo. Al di sopra degli archi che danno accesso alle cappelle, coppie di angeli in forte rilievo vivacizzano la parete con la loro mossa gestualità e le vesti svolazzanti.
Nella penombra delle cappelle, illuminate di luce riflessa proveniente dall'ampia navata, emergono i preziosi inserti di colore delle tele dipinti, degli affreschi e dei marmi policromi.
Tra i dipinti si segnala la "Madonna in trono con San Giovanni Evangelista e San Gregorio Taumaturgo" (1630) di Giovanni Francesco Barbieri detto Il Guercino, realizzato su commissione del duca Alfonso III d'Este (padre di Francesco I).
Fulcro prospettico e simbolico dell'intera chiesa è il complesso del tabernacolo e dell'altare maggiore, frutto della collaborazione fra l'architetto Bartolomeo Avanzini e il lapicida lombardo Tommaso Loraghi, al quale si affianca lo scultore carrarese Giovanni Lazzoni. Ammirato dai contemporanei per lo sfavillio e la ricchezza dei marmi e per la sapiente architettura, il tabernacolo doveva costituire uno dei tanti veicoli artistici attraverso i quali Francesco I d'Este, con una politica artistica calibrata su Roma e le grandi capitali europee, propagandava la sua immagine del "prencipe et eroe cristiano".
Ai lati dell'altare, statue a grandezza naturale di Giovanni Lazzoni raffigurano San Contardo d'Este (co-protettore di Modena assieme a San Geminiano e Sant'Omobono) e il Beato Amedeo di Savoia.
Nel 1761 fu inaugurata la facciata su progetto dell'architetto fiorentino Niccolò Maria Giuseppe Paoletti. Ornano il prospetto statue in marmo che raffigurano San Vincenzo Martire, San Gaetano da Thiene, la Fede e la Speranza, attribuite alla bottega dello scultore carrarese Giovanni Antonio Cybei.
Dopo l'allontanamento dei Teatini, per soppressione ducale nel 1782, la Chiesa divenne luogo della memoria funeraria Estense. Nel 1838 l'architetto Francesco Vandelli, per volontà del duca Francesco IV d'Asburgo-Este, progettò la Cappella degli Estensi e degli Austro-Estensi, ideata in analogia con la viennese Cripta dei Cappuccini, per accogliervi le spoglie dei duchi e delle duchesse sparse in varie Chiese di Modena. La memoria funeraria del Casato è completata dallo straordinario monumento a Maria Beatrice Vittoria di Savoia, consorte del duca Francesco IV, realizzato nel 1850 da Luigi Mainoni su disegno di Adeodato Malatesta.
Orari di apertura
Dal lunedi al venerdi 8.30-12.00; il sabato dalle 9.00 alle 16 e le domeniche da ottobre a maggio dalle 9.15 alle 12.00.