Partito da Modena in auto in direzione Vignola, subito all’incrocio fra via Vignolese e la Nuova Estense, proprio sulla rotatoria, potrai ammirare il grappolo d’uva, la grande scultura dedicata al Lambrusco voluta dal Consorzio Marchio Storico dei Lambruschi Modenesi.
La Porta del Lambrusco, questo il nome di quest’opera realizzata per valorizzare la produzione del nostro rosso frizzante amato e apprezzato in tutto il mondo, è stata progettata dall’artista modenese Erio Carnevali con l’idea di voler rappresentare un grande grappolo in vetro, fuso e plasmato da maestri vetrai, pieno dei colori del vino. Alto dodici metri e largo, nella parte superiore, poco più di sei, ha 240 acini, di diverso diametro e forma, tutti realizzati in vetro soffiato di Murano. Le foglie, invece, sono in rame per ricordare i colori dell’autunno.
Ora, invece di andare dritto alla rotatoria e d’imboccare la via Vignolese, gira a sinistra per prendere la via Emilia che ti porterà dritto a Castelfranco Emilia dove in Piazza Aldo Moro si trova il Monumento al Tortellino. La leggenda narra che l’oste dell'Osteria Corona di Castelfranco Emilia creò il tortellino ispirato dalla sensualità e dalle forme dell’ombelico di una sua bella ospite (alcuni ritengono addirittura che fosse la Dea Venere) che intravide spiandola dal buco della serratura. Da Castelfranco Emilia ora vai verso Spilamberto. Qui proprio all’interno della rotatoria all’ingresso del paese, si trova una grande scultura che rappresenta una goccia gigante di Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop.
Si chiama “Goccia. L’Essenza” ed è stata realizzata nel 2011 dagli architetti Nadia Ugolini e Alessandro Zomparelli dedicandola a Rolando Simonini, fondatore della Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Spilamberto. Ultima tappa del nostro tour dedicato ai monumenti del gusto è nel pieno centro di Castelnuovo Rangone dove dal 1997 ha trovato posto un grazioso maialino in bronzo che corre nel cuore del paese.
Il Monumento al Maiale è stato realizzato da Kee Sansen con lo scopo di voler raffigurare l’animale-simbolo dell’economia del territorio.