Villa Sorra
La Villa
La coesistenza dei vari elementi che costituiscono il complesso (villa, edifici rustici, serra, parco storico, rovine romantiche, vie d'acqua, giardino campagna) dà luogo ad un campione pressoché unico di paesaggio agrario preindustriale, di inestimabile valore storico, culturale e ambientale. La tenuta, che conserva ancora oggi il nome dei Sorra (nobile famiglia che edificò il complesso e ne ebbe la proprietà per oltre due secoli), è dal 1972 di proprietà dei Comuni di Castelfranco Emilia, Modena, Nonantola e San Cesario sul Panaro.
Probabilmente progettata da Giuseppe Antonio Torri, coadiuvato dall'allievo Francesco Maria Angelini, la villa padronale costituisce un significativo esempio del barocchetto emiliano; di volume piramidale (ora purtroppo smorzato a causa della demolizione della lanterna sopra l'altana, avvenuta nel 1956), presenta un blocco compatto alla base e due avancorpi che fiancheggiano le facciate d'ingresso leggermente arretrate.
Internamente la villa è imperniata sul grande salone centrale ovato a doppio volume sovrastato dalla grande volta a padiglione su pianta ellittica, fulcro intorno al quale ambienti e vani accessori sono simmetricamente collocati: due salette, quattro appartamenti (rosso, a rasetto, verde e giallo), la cappella, lo scaloncino all'imperiale e le due contrologge d'ingresso, collocate sull'asse principale est-ovest. All'interno dell'edificio è presente una ricca decorazione pittorica: dalle tempere su iuta che adornano le salette al piano nobile, alle grandi vedute scenografiche del salone d'ingresso realizzate in parete, fino alle decorazioni e agli affreschi presenti sulla volta di alcune sale.
Insieme alla villa vengono costruite la scuderia, la ghiacciaia e il caseificio, edifici tuttora esistenti. La scuderia, risalente ai primi decenni del Settecento, rappresenta un interessante esempio di architettura rurale emiliana.
La Villa è visitabile nelle giornate del 25 aprile, 2 giugno e 15 agosto. È possibile concordare visite per gruppi su appuntamento.
La Raccolta del Lavoro Contadino e Artigiano
La raccolta venne costituita nel 1973 quando il pittore e antiquario Celestino Simonini di Castelfranco Emilia decise di donare al Comune di Modena numerosi beni di cultura materiale da ospitare a Villa Sorra. Accresciuta nel tempo da altre donazioni, la raccolta è oggi una delle più cospicue a livello regionale con i suoi oltre 9.000 reperti, databili dal '700 alla metà del '900.
Dal 1991 la raccolta è stata affidata in gestione al Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena. Attualmente, in attesa della riapertura al pubblico degli spazi espositivi, i materiali sono conservati nei depositi della villa. La collezione è costituita da attrezzi e manufatti, appartenenti a diversi settori della vita domestica e del lavoro rurale e urbano, che rappresentano una testimonianza rilevante del nostro recente passato e forniscono un prezioso contributo documentario per lo studio della storia modenese. I vari manufatti sono stati raccolti principalmente nell'area attorno alla città di Modena e sono legati ai cicli produttivi della vite e del vino, del grano e del pane, del latte e del formaggio, della canapa, oltre ai mezzi di trasporto ed ai lavori artigianali del falegname, del fabbro, del maniscalco e del calzolaio.
Il Parco
E' costituito da un giardino storico con piante ornamentali importate da tutto il mondo, da un pioppeto esterno al parco che va trasformandosi in bosco planiziale e da prati e campi coltivati. L'aspetto odierno del giardino storico è il risultato di vari apporti e di modifiche sull'originaria architettura settecentesca eseguiti a più riprese e in particolare dalla ristrutturazione ottocentesca di impronta romantica. Il bosco è costituito principalmente da farnie, carpini, aceri, olmi, pioppi, frassini e per lo strato arbustivo da corniolo, sanguinello, sambuco, lantana e biancospino. Nello stagno e nei canali che circondano il giardino storico vivono vari anfibi, la tartaruga palustre, la natrice tassellata, il martin pescatore, la gallinella d'acqua, mentre nel bosco trovano rifugio ghiri, ricci, picchi, fringuelli, cincie.